Cisl medici si oppone alla Delibera di Giunta sulle ostetriche.Avvisato l’Ordine dei medici

COMUNICATO STAMPA CISL MEDICI DEL TRENTINO

in relazione alla Delibera di giunta sulle ricette alle ostetriche n.294 del 4 marzo 2016.

In relazione alle notizie di stampa della deliberazione di giunta n.294 del 4 marzo 2016 compreso l’allegato A),sulla ricetta bianca concessa in uso alle ostetriche afferenti al sistema sanitario provinciale, facciamo qui riferimento,tanto per iniziare all’art. 2 del decreto-legge 30 ottobre 1987, n. 443, convertito, con modificazioni, nella legge 29 dicembre 1987, n. 531, intitolata “Disposizioni urgenti in materia sanitaria”, che stabilisce espressamente che “l’impiego di ricettari per la prescrizione o la proposta di prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale e’ riservato ai medici dipendenti dal Servizio medesimo o con lo stesso convenzionati nell’ambito dei rispettivi compiti istituzionali”nonchè in considerazione del tipo di selezione previsto, della disciplina e dei controlli cui e’ sottoposta la loro attivita’ (v. spec. artt. 47 e 48 della legge n. 833 del 1978 e succ.) .Solo loro e nessun altro professionista sanitario è ritenuto in possesso delle caratteristiche professionali minime per poter garantire adeguatamente l’assistenza sanitaria che si renda necessaria per assicurare la salute dei cittadini. E non c’e’ dubbio  che le richieste di diagnostica strumentale e di laboratorio, o percorsi nascite che si voglia, sono aspetti essenziali delle prestazioni di cui consta l’assistenza sanitaria garantita dal servizio nazionale, di rango costituzionale, non certo provinciale autonomo.Non ultimo anche per i risvolti pubblicistici e di certezza giuridica legati alle procedure prescrittive che non possono essere affidate a personale sanitario afferente al Servizio sanitario nazionale da un rapporto solo infermieristico-ostetrico,come ha sentenziato già la Corte Costituzionale.

Ricordiamo a tutti, infatti, che in caso contrario potrebbe rasentare falsità in atto pubblico che è sanzione penale o in- appropriatezza della prescrizione che espone il professionista, in questo caso l’Azienda e l’ostetrica al rischio di essere accusati di danno erariale i primi,di millantato credito le seconde.

La prescrizione di qualsiasi richiesta in ricetta, bianca o rossa, infatti presuppone per Legge nazionale che un medico laureato in Medicina e Chirurgia abbia visitato la paziente ed abbia riconosciuto l’esistenza di una patologia per la cui cura è necessario seguire dei protocolli validati dall’Azienda sanitaria.Nella fattispecie della delibera proposta da Zeni ed approvata dalla Giunta, su cui faremo immediatamente opposizione se la sua pubblicazione sarà tale quale alle dichiarazioni rilasciate sui giornali da Zeni,ricordiamo che i problemi sulla sanità trentina non possono essere ricondotti solo a politiche di tagli del personale della dirigenza medica nei vari ospedali,giustificati dal fatto che i Concorsi vanno deserti, ed all’impropria distribuzione di carichi lavorativi, mentre si fanno sempre più stringenti e pericolose le conseguenze di queste scelte sull’attività quotidiana dei nostri dirigenti medici, leggi ginecologi ostetrici, e su tutti i cittadini trentini.Si assiste da troppo tempo anche nella nostra Provincia ad un balletto preoccupante sulle competenze professionali sanitarie, come hanno più volte sostenuto Zeni e Zappini,sul demansionamento del lavoro medico, come è avvenuto per i medici dell’emergenza territoriale sostituiti da volontari e infermieri del 118, oppure come si vorrebbe intendere con l’infermiere di famiglia non necessario data la professionalità dei nostri medici di medicina generale.Tutto ciò derivante, è bene che la popolazione lo sappia, dalla progressiva riduzione degli stanziamenti per tutti i settori medici pubblici obbligati dalle scelte di NOT e protonterapia,che sembrano la premessa di un processo di privatizzazione strisciante nella nostra sanità trentina.Purtroppo dobbiamo constatare l’assenza di un chiaro dibattito politico perchè elettoralmente non conveniente sui punti nascita investendo sui percorsi nascita.Se il governo del trentino non vuole dar conto ai medici di queste scelte, sicuramente ne darà conto agli elettori.Noi, intanto ci riserviamo di impugnare l’atto amministrativo e di inviare un esposto alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti oltre che al nostro Ordine dei Medici Chirurghi.

Dott.Nicola Paoli

Segretario generale Cisl Medici del Trentino