Direttive anticipate di trattamento:Cisl medici risponde all’Assessore

COMUNICATO RISERVATO AI NOSTRI MEDICI DI MEDICINA GENERALE DEL TRENTINO
Non esistendo ancora in Italia, men che meno in Trentino, leggi specifiche sul testamento biologico, la formalizzazione, per un cittadino trentino, della propria espressione di volontà riguardante il trattamento sanitario che desidera accettare o rifiutare è difficile da comprendere e tanto più da pubblicizzare, visto che non ha valore giuridico ma sicuramente crea interrogativi/scrupoli al medico curante nel momento in cui il proprio paziente lo sottoscrive.
Pertanto, senza entrare nel dibattito ideologico e politico ben noto, ma dovendo dare una risposta, in qualità di Segretario Generale del maggior sindacato della medicina generale, in relazione alle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Avv.Luca Zeni alla stampa tutta, ieri, in riferimento ai medici di medicina generale, riteniamo, come Cisl medici del Trentino, che il medico non possa essere in alcun modo costretto a fare nulla che vada contro la sua scienza e coscienza, come nel caso dei farmaci generici di un recente passato.
Tirare in ballo i medici di famiglia laddove l’attuale diritto italiano vieta, da codice penale, l’omicidio del consenziente e l’istigazione al suicidio, non è proprio quello che ci aspettavamo da un rapporto corretto di collaborazione assessorile, pur nella consapevolezza della distanza fra lo schema proposto ed il diritto citato.
Prima di inserire i medici di medicina generale tra i fautori di queste decisioni giuridicamente rilevanti, che comportano anche decisioni etiche personali importanti, riteniamo che altri siano i temi su cui debba confrontarsi l’Assessore stesso.
Non dimentichiamo, infatti, che dal 2005 i medici di medicina generale trentini non vedono aumenti stipendiali degni di questo nome.Il valore della nostra retribuzione, da allora, è pari al 35% di meno dello stipendio.Continuiamo a prendere i 40 euro lordi a paziente, più spiccioli per i progetti obiettivi provinciali, le vaccinazioni e le prestazioni di particolare impegno professionale  ferme dal 2001.Sono aumentati tutti i fattori produttivi, dalla benzina all’affitto degli ambulatori per i quali non riceviamo nessun ristoro.
La stessa impegnativa de materializzata che si intende fare partire in settembre per le visite specialistiche e le analisi del sangue, tale non è e ci costringe a dotarci di stampanti a due cassetti per stampare i promemoria e a cambiare sempre più spesso il toner, oltre alla carta che fino ad oggi era di proprietà statale.Lo stesso personale è una spesa solo in minima parte ristorata nel 2007, che attende da otto anni di essere riequilibrata sui costi del 2015, dato che non fa crescere un ipotetico fatturato ma solo ulteriori obblighi nei confronti dell’Irap.
Nel 2013 abbiamo fatto con Rossi le modifiche ad iso risorse che non hanno portato ad alcun passo avanti nei rapporti tra medici ed azienda che, anzi, ha aggravato burocraticamente il nostro lavoro di tutti i giorni addirittura sottraendo illegalmente quote stipendiali senza dare a tutti noi la possibilità di controdeduzioni previste dall’accordo nazionale.
Se le idee dell’Assessore e la trattativa non entrano nell’ottica di correggere queste situazioni, non si può pensare che i medici di famiglia antepongano quanto sopra citato, con nuovi rischi per il nostro lavoro:  non esisterà più un ruolo dove attrezzature, locali, personale, dipendono dalle nostre scelte ma solo una para dipendenza del settore pubblico con risvolti di difficile interpretazione in campo di responsabilità professionale personale.
Dott.Nicola Paoli
Segretario generale
Cisl Medici del Trentino