Rispondiamo al Consiglio provinciale dei sanitari

In riferimento alle dichiarazioni odierne del Sindaco di Pinzolo,del Collegio degli Infermieri,della Consulta della salute,di un medico,il dott.Garbari,in riferimento alla supposta AFT  dei medici  di Pinzolo  che non è stata concordata a livello provinciale con le OOSS della medicina generale,facciamo solo presente che l’Accordo collettivo provinciale del 12 settembre 2013, a cui fa riferimento Azienda e Provincia per retribuire i medici di medicina generale di tutto il territorio trentino,e che fu firmato dall’attuale Presidente della Provincia dott.Ugo Rossi, indica chiaramente quali sono le aggregazioni ritenute valide per iniziare ad attuare quanto ci si prefiggeva allora:entro il 1 gennaio 2017 dovevano essere attivate tutte le 25 aggregazioni della medicina generale comprensive degli emolumenti promessi.
Alle 4 AFT iniziali,su cui si soprassiede da allora,deliberate in Azienda,se ne aggiunse una quinta, richiesta espressamente dall’Assessora Borgonovo Re,dopo un accordo regolarmente stipulato in Provincia con tutte le OOSS della medicina generale,in via eccezionale.Tutto il resto è un illecito normativo e retributivo e privilegia alcuni medici a discapito dei 370 medici di famiglia,delle 108 guardie mediche e del medico dell’Emergenza territoriale che hanno accettato l’accordo del 2013 fra OOSS della medicina generale, Provincia e Azienda sanitaria.
Non siamo noi a non volere la riforma,tant’è che fino ad oggi abbiamo accettato di trattare le migliorie rispetto all’accordo del 2013,tutt’ora valido.Ma le riforme a costo zero, dove a firmare i contratti non sono le parti istituzionali preposte a ciò, ma tutte le categorie sanitarie che si avvantaggiano tranne i medici di medicina generale; e tra i medici solo alcuni privilegiati scelti uno ad uno dal dott.Bordon sia a Pinzolo come a Trento, al posto di tutti gli altri,non fanno parte del nostro DNA.
Come non fa parte del nostro credo, agevolare solo una parte dei cittadini del Trentino rispetto a tutti i 520.000 che lo compongono e che hanno uguali diritti secondo quanto previsto dall’art.32 della nostra Costituzione.
Fino a prova contraria gli accordi nazionali e provinciali si chiamano collettivi perchè debbono essere a favore di tutti gli operatori che nel nostro territorio lavorano eroicamente 12 ore al giorno di tutti i giorni per tutelare la salute dei nostri cittadini.
Dott.Nicola Paoli
Segretario Generale Cisl medici del Trentino