E noi venderemo medicine!

In riferimento alle notizie uscite sulla stampa ieri, avente per soggetto le farmacie private del trentino adibite a diagnosi di piccoli mali di stagione,con tanto di telemedicina nei loro retrobottega,cisl medici del Trentino ha rilasciato agli organi di stampa la seguente comunicazione:

 Sui ruoli professionali impropri affidati e auspicati dall’Assessore Zeni nei confronti dei farmacisti ,ieri in occasione del convegno “Lavorare in rete per affrontare le sfide del presente”,presso Unifarm,esprimiamo,come cisl medici molte perplessità, visto che l’Ordine dei Medici Chirurghi di Trento si è addormentato anche su questo tema, a fronte di novità che pongono il professionista del SSN a gravi rischi legali.La disponibilità di una refertazione telematica a distanza,che in molte farmacie del trentino già si sta facendo, non esime dalla necessità di una valutazione clinica complessiva diretta.Metteremmo a rischio la sicurezza dei nostri cittadini se quello che si vuole far passare come messaggio è la trasformazione del farmacista in un medico improvvisato.

Se davvero il pensiero di Unifarm e di Zeni è quello di riorganizzare il servizio sanitario territoriale concedendo loro di “gestire meglio il paziente in alcune aree tematiche mediche”,con prestazioni della medicina generale,noi medici di famiglia chiederemo di poter dispensare farmaci come accade all’Estero,dato che i nuovi ipotetici compiti nelle cure primarie,assistenza domiciliata integrata,primo soccorso,ecg,esami di routine sono da sempre preclusi ai nostri medici di medicina generale per motivi di conflitto di interessi con altre categorie.

I medici di base vorrebbero fare tutt’altro, ma se si realizzerà quanto auspicato da Unifarme e Zeni,cioè un esproprio dei nostri compiti legittimi a favore delle farmacie,dobbiamo da una parte ricordarci che i nostri studi sono più capillari delle farmacie sul territorio trentino,e, dall’altra,che oggi meno del 50% del costo della farmaco al SSP va alla distribuzione.Il nostro medico di famiglia potrebbe quindi considerare l’ipotesi di distribuire direttamente farmaci ad una tariffa che non sia in percentuale sul prodotto ma sia indicata in un costo complessivo.Ci si potrebbe approvigionare all’APSS di Trento.Il servizio sanitario provinciale risparmierebbe sul prezzo di acquisto e l’APSS pagherebbe una quota forfettaria per la distribuzione di cui una parte andrebbe a coprire il servizio del medico di famiglia.Forse così,le farmacie, sarebbero più libere di fare piccole diagnosi come ci ha edotti Unifarm alla presenza di Zeni.

Dott.Nicola Paoli

Segretario generale Cisl medici del Trentino