Lettera al giornale L’Adige

Caro Direttore,nell’88, in applicazione alla Legge n.109, venne disposta “la soppressione dei presidi con meno di 120 posti letto”.Rossi ha sempre sostenuto che non intende ridurre i posti letto perchè sono i Trentini che pagano per il sostenimento della nostra sanità, ma intanto le direttive aziendali per il piano di miglioramento 2013-2015 vanno in quella direzione, dimenticando il rapporto posto tavolo e sedia di ogni dirigente amministrativo per mille abitanti. La L.135/2012, invece, indica come “standard dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del sistema sanitario provinciale un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti comprensivi di quello 0.7 per la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie che la nostra Provincia ha trasferito (4400 letti circa) nelle RSA Il rapporto ottimale è quindi già presente senza dover eliminare alcun letto né togliere alcuna risorsa in ospedale, mentre molto ci sarebbe da dire sul numero di dirigenti,supplenti degli stessi e supplenti dei supplenti che popolano la Direzione Generale e non solo quella. Se oggi si chiudessero tutti gli ospedali piccoli del Trentino, (con meno di 120 letti, per intenderci) il totale dei posti letto per acuti scenderebbe a 956 ,stando a quanto riferito sull’ Adige due giorni fa, con un rapporto posto letto/1000abitanti pari a 1,83 vale a dire ben il 50% di meno della media richiesta alle Regioni a statuto ordinario. Ma anche mantenendo tutti gli attuali ospedali di valle , il rapporto sarebbe comunque di 2,66%o, ben al di sotto delle richieste ministeriali. In più, se conteggiamo i posti letto persi dal 2011 (1731) ad oggi (1480),e li moltiplichiamo per i giorni dell’anno e per gli 800 euro di costo giornaliero di un letto ordinario, vediamo che negli ultimi due anni si è risparmiato( senza calcolare il risparmio sul personale) qualche cosa come146.584.000 euro, sufficienti a costruire senza ulteriore esborso la stessa protonterapia trentina di Trento. Ecco quindi che i problemi relativi alla salvaguardia nei nostri ospedali periferici si ripropone non tanto nella diatriba stato-provincia di Trento bensì in un piano di miglioramento aziendale 2013-2015 teso a ridurre il proprio personale sanitario e favorire una contrapposizione tra popolazioni locali ed amministrazione provinciale ed aziendale Ma è anche il perseguimento del rispetto della sicurezza che risulta trascurato nel taglio lineare dei piccoli ospedali trentini partendo dalle ginecologie, ignorando l’orografia del territorio, di rete, di specialità presenti in essi, per indirizzarsi unicamente su un obiettivo di spending review che appare solo la foglia di fico per nascondere altre criticità sanitarie di bilancio aziendale. Non vi è dubbio che alcune strutture siano prive dei requisiti per fornire prestazioni specialistiche di secondo livello, che altre siano estremamente insufficienti ed investirvi risorse potrebbe rappresentare un inutile spreco. Ma ci dobbiamo chiedere, per quale motivo molte delle nostre strutture hanno subito da parte aziendale un abbandono sotto i più diversi profili del personale,delle apparecchiature,della manutenzione ,dell’edilizia, mentre Trento,Rovereto e Via Degasperi proliferavano;quando l’approccio realistico avrebbe dovuto essere non tanto una ristrutturazione edile ma una rimodulazione dell’offerta ai fini del miglioramento della tutela della salute, come ci raccontava non più tardi di cinque anni e fino a tre mesi fa l’ex assessore alla salute Rossi. L’edilizia ospedaliera, è certo importante e la dimensione numerica delle stanze,dei letti ,della popolazione che in essa viene curata, a sua volta facilita l’acquisizione di esperienza valutata in termini di casisitica (produttività) con qualità di esiti correlata ai volumi di attività erogata, cosa che in passato non era stata ben accettata dalla nostra Provincia rispetto alle direttive nazionali in tal senso. Ma possono essere questi gli unici dubbi da prendere in considerazione in un processo decisionale quale dovrà essere quello che si accinge a fare la assessora nelle prossime settimane nel suo tour valligiano dei piccoli ospedali della nostra Provincia?Cordialità,Dr.Nicola Paoli-Segretario generale Cisl medici del Trentino