Paoli risponde a Vergara

In relazionae all’articolo apparso il 3 agosto sul L’Adige, a firma Giuseppe Vergara, il Segretario Generale Cisl medici del Trentino ha inviato al quotadiano questa risposta:

Caro Direttore,

ho letto con interesse l’analisi che .Giuseppe Vergara ( che stimo professionalmente ed a cui affiderei in ogni momento il mio “cuore”) fa dalle Sue pagine (3 agosto 2017) sulla sanità trentina,ma mi permetta di obiettare, sul tema della difficile integrazione tra ospedali e territorio.Il radicale cambiamento dello stato di salute,caratterizzato,nell’attuale evoluzione demografica e innalzamento dell’età media,dall’incremento delle patologie croniche e della non autosufficienza, ha spinto Stato, Regioni e Province Autonome a ricercare nuovi percorsi assistenziali basati su un approccio multi professionale del paziente, tali da assicurare,attraverso meccanismi di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali, l’effettiva continuità delle cure a prezzi ridotti rispetto al passato,data la crisi attuale.Purtroppo le dichiarazioni come quelle di Giuseppe,non si sono,nel suo tempo, trasformate in nuovi progetti e nuove iniziative, e lo spostamento di risorse e servizi sul territorio, necessari per adeguare l’offerta,(tutt’ora in un rapporto attuale di 4:1 di risorse economiche tra ospedale e medicina convenzionata),è rimasta al palo.Pur tuttavia, con l’attuale Assessorato, si sta cercando di concertare anche in Trentino le innovazioni rimaste a metà strada con l’accordo del 2013 nella medicina generale:esempio primo, l’aggregazione di Pinzolo in corso di ulteriori trasformazioni.Infatti,i medici convenzionati del territorio,pur retribuiti un terzo in meno rispetto agli ospedalieri, potrebbero già oggi operare,con scelta individuale non obbligatoria e non gerarchica,all’interno di strutture di proprietà pubblica, per assicurare l’assistenza primaria nelle forme più avanzate,con i compiti previsti dall’accordo nazionale (che per noi è obbligatorio rispetto a quello dirigenziale a Trento) e dagli accordi provinciali di secondo livello, potendo utilizzare servizi e tecnologie (vedi telemedicina) ivi disponibili per integrarsi agli altri professionisti specialisti, ai medici dirigenti ospedalieri, del territorio,ed ai medici specialisti ambulatoriali interni.Con enorme risparmio di costi e spostamenti per i cittadini e la comunità intera.Vale a dire, aggregazioni integrate multidisciplinari e multi professionali.Tutti noi,senza scomodare la dipendenza aziendale, già rifiutataci dalla parte pubblica a causa del costo eccessivo per livellare la nostra previdenza a quella dei dirigenti medici, abbiamo la possibilità di essere centrali nel processo di cura dei nostri ammalati e dobbiamo interagire con i colleghi del dott.Vergara e con gli altri servizi aziendali nelle fasi di accesso ai servizi dei cittadini, di valutazione del bisogno,di presa in carico e trattamento.I mezzi che ci sono stati dati, a noi come ai dirigenti medici,per integrarci sono l’appropriatezza prescrittiva secondo quanto previsto dai LEA, i piani diagnostico terapeutici assistenziali,le linee guida comuni a tutti i professionisti,i piani assistenziali individuali, gli obiettivi provinciali richiesti all’Azienda per il tramite di tutti i professionisti medici e non medici che operano nel nostro Trentino.Attraverso la telemedicina, l’ITC,le specialità che ognuno di noi ha nel suo DNA, nulla vieta quindi che l’integrazione si trasformi in realtà tranne che il coraggio della Provincia di aprirsi a queste innovazioni.

Dott.Nicola Paoli

Componente al tavolo di trattativa nazionale e provinciale per la medicina generale

già Presidente di Commissione ordinistica per l’integrazione ospedale-territorio (2012-2014)

Qui sotto l’articolo del dott.Vergara e la risposta del dott. Paoli